© foto: archivio della Provincia di Imperia
Rocchetta Nervina si apprezza immediatamente per il suo inserimento in un ambiente spettacolare ed incontaminato. Si arriva a Rocchetta dalla Val Nervia, deviando a sinistra, salendo, dopo Dolceacqua.
L’abitato si trova alla confluenza dei torrenti Barbaira e Coe.
A monte la valle è chiusa dalle pendici dei monti.
Alla base di questa chiusa scorre il rio Sgorèa, che forma un continuo sistema di laghi e cascate: acqua cristallina e divertimento assicurato in uno scenario naturale da fiaba. Il paese ha un aspetto difensivo.
Già nel 1186 è detto Castrum Barbaire cioè “luogo fortificato di Barbaire”. Il nome di Rocchetta richiama ancora la “rocca” militare. Case torri e punti di osservazione sono legati all’importanza strategica del posto, vicino a passi e vie di comunicazione di crinale.
Dai Ventimiglia Rocchetta passa ai Doria nel 1342. Segue le sorti del marchesato di Dolceacqua, fino al protettorato dei Savoia, fra scontri e violenze.
L’abitato raccolto su sé stesso si apre attorno alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano, con portale del 1536 e ricostruzioni barocche. Anche l’oratorio della confraternita è cinquecentesco.
I corsi d’acqua sono poi attraversati da altri monumenti, i ponti in pietra di tipo tardomedievale. Rocchetta è anche punto di partenza per piacevoli escursioni alla scoperta degli antichi sentieri e dell’Alta via dei Monti Liguri.
Sopra l’abitato, il Monte Abellio (1016 m) è stato occupato da un abitato fortificato d’altura ligure preromano (castelliere) e poi da una fortificazione medievale, parzialmente distrutta nel XIV secolo.
Non mancano le grotte e le cavità in roccia, che custodiscono fantastiche leggende di streghe e curatori magici.
Un ambiente così ruvido è il regno della capra. E la capra e fagioli (fagioli della valle, si raccomanda) è il piatto tipico della zona.